Con le classi Prime dell'Istituto Comprensivo di Lanzo Torinese ho iniziato lo studio del linguaggio visivo partendo dalla lezione sul punto che è l’unità minima della grammatica visiva. Anche se a prima vista può sembrare un’entità geometrica astratta, in realtà molti oggetti che ci circondano sono percepiti come punti: le stelle nel cielo, i granelli di sabbia nella spiaggia, le gocce di pioggia sul vetro, le lentiggini sulle guance. Nelle opere d’arte il punto viene utilizzato in tanti modi: come unità minima di un disegno, come elemento per creare il chiaroscuro, come strumento per colorare, ma anche come protagonista esclusivo dell’opera. Tanti punti accostati in modo casuale possono creare un disegno che può essere intenzionale o nascere nella mente dell’osservatore.
Con i punti si possono anche colorare le forme dipinte. Questa tecnica, chiamata Puntinismo, è nata in Francia verso la fine dell’Ottocento e consiste nel riempire le figure con piccoli punti di colore a olio invece di usare lunghe pennellate uniformi. L'opera analizzata dagli studenti è un dipinto di Henri-Edmond Cross (1856 - 1910).