HO UNA ZUCCA PER LA TESTA


Wellness Creative (via F. Piol 4B - Rivoli)
Docente: Sofia Rondelli


Tutti i sabati accade qualcosa di magico tra i tavoli dell'aula dove svolgo il corso di Disegno & Pittura dedicato ai bambini di 6-10 anni (1° gruppo) e ai ragazzi di 10-14 anni (2° gruppo). Servire per educare le nuove generazioni è sempre fonte di gioia, di crescita e di contagioso entusiasmo. Ma la difficoltà più ardua del docente non risiede nel trasmettere all'alunno le conoscenze relative alla strumentazione o alle tecniche del linguaggio grafico-artistico. Il compito più difficile è quello di trasmettere al bambino l'amore per il disegno affinché esso diventi una pratica quotidiana, un'attitudine al fare con le mani e ad esplorare le proprie capacità espressive non soltanto durante la fase evolutiva, ma durante tutto l'arco della sua intera esistenza. Affinché il disegno diventi uno strumento quotidiano di creatività, esso non deve mai perdere di vista l'aspetto emozionale. I bambini non devono percepire la pratica del disegno come un mero esercizio stilistico o un doveroso compito alla stregua di quelli scolastici, ma come un prolungamento di sé stessi attraverso il quale conoscersi. Per questo l'emozione dev'essere strettamente connessa al segno: mediante la coordinazione oculo-manuale il segno si manifesta nella coltre silenziosa del foglio bianco. Non esistono disegni belli o disegni brutti: il segno è l'essenza esibita del pensiero di ogni individuo che, dalla sua forma astratta, prende corpo e diventa meravigliosamente traccia. Solo in un secondo momento, alternando fasi di creatività pura con piccoli esercizi e rispettando sempre i tempi di apprendimento di ogni alunno, verranno trasmesse anche le nozioni più classiche del disegno affinché ognuno possa adeguatamente interpretare ciò che è oggetto del proprio sguardo. L'educatore deve agire affinché si preservi e sussista nel bambino il binomio disegno-piacere. Solo un'emozione vicina allo stato di benessere potrà garantire nel tempo l'utilità e lo sviluppo di questo linguaggio. Se solo le scuole affidassero la stessa importanza della scrittura al pari del linguaggio grafico, oggi il mondo abbonderebbe di personalità creative, intuitive, ottimiste, in grado di trasformare i problemi in mere opportunità da muovere a proprio vantaggio.


In uno dei Frammenti di Novalis (1772-1801) leggiamo:

"Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare"

Nelle scuole l'immaginazione è considerata con scarso interesse. Essa viene relegata solo alla scuola dell'infanzia e primaria, al classico esercizio di saper inventare storie o di disegnare a piacere. Poi accade il triste lutto e l'uso dell'immaginazione sparisce, si dissolve sui banchi di scuola per far posto alle materie "utili" per preparare gli studenti ad una società che sappia produrre ma che non sa più sognare e fantasticare. Eppure menti illuminate come quella di Gianni Rodari ci insegnano che "occorre una grande fantasia, una forte immaginazione per essere un grande scienziato, per immaginare cose che non esistono ancora [...]".

Rodari, nel suo meraviglioso testo Grammatica della fantasia, ci ricorda che "non c'è poi da meravigliarsi se l'immaginazione, nelle nostre scuole, sia ancora trattata da parente povera, a tutto vantaggio dell'attenzione e della memoria: se ascoltare pazientemente e ricordare scrupolosamente costituiscano tuttora le caratteristiche dello scolaro modello".

Oggi ho portato  a lezione una misteriosa sacca di stoffa, destando subito l'interesse nei bambini.
Lentamente ho mostrato loro il contenuto della sacca tirando fuori, una dopo l'altra, delle zucche ornamentali. Lasciavo che i bambini si passassero le zucche di mano in mano, le odoravano, le tastavano, le guardavano con grandissima curiosità increduli di trovarsi di fronte ad una specie diversa di zucca da come erano soliti riconoscerla, arancione e tonda. Ogni volta che ne estraevo una c'era sbigottimento, bocche spalancate, l'aspettativa era a mille perché ogni zucca mostrava aspetti morfologici davvero differenti dalle altre appena mostrate.

Dopo averle disposte in fila ho posto ai bambini la seguente domanda:

"Che cosa sarebbero se non fossero delle zucche?"


Quella domanda è stata la chiave per poter entrare, tutti insieme, nel Regno della Fantasia. Sono nate piccole storie e invenzioni, creazioni autonome che hanno permesso ai bambini di servirsene per assimilare una realtà sconosciuta. Tante sono state le risposte ed io, a gran velocità, mi divertivo ad appuntarle per non perderne memoria. Questo momento di libertà immaginativa è stato funzionale alla voglia e al desiderio di provare a disegnare le zucche, di mettere in atto la capacità di interpretare l'oggetto nella bidimensionalità del foglio.


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